23 luglio 2008

Riflessioni dopo l'arresto di Karadzic

L'arresto di Karadzic avvenuto ieri mi ha portato a riflettere sui conflitti balcanici.

In una Jugoslavia in disfacimento ognuno voleva la propria indipendenza, peccato però che la presenza delle diverse etnie sul territorio presentasse forti sovrapposizioni. Era quindi inevitabile che scoppiasse il conflitto.

Perché mai i serbi di Bosnia avrebbero dovuto accettare passivamente di diventare minoranza etnica nel nuovo stato?

Il problema dei conflitti moderni è che la guerra non è più una questione fra eserciti. Ciò non perché i capi militari o i leaders siano più crudeli, ma semplicemente perché anche i civili sono diventati parte attiva negli stessi.

Nel medioevo alla grande massa della popolazione impegnata a strappare alla terra il minimo indispensabile per non morire di fame non importava chi fosse ad opprimerli, i problemi erano altri.

Oggi a fronte di un'invasione da una potenza straniera anche la popolazione civile oppone una strenua resistenza sia con iniziative di disobbedienza che di vera e propria guerriglia (che l'invasore chiamerà terrorismo).

In uno scenario del genere mi pare evidente che in presenza di un conflitto, specialmente in uno scenario complesso come quello balcanico, le forze in campo dovranno considerare anche la popolazione civile come una forza belligerante.

Quale esercito può permettersi di avere delle forze ostili, belligeranti, dietro le proprie linee?

Senza contare le difficoltà di pacificare i territori conquistati una volta finita la guerra, come dimostrano tutti i conflitti degli ultimi decenni.

Ormai per uscire da una guerra, soprattutto se guerra civile come quella bosniaca, temo che l'operazione di pulizia sia inevitabile!

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