28 gennaio 2008

Cosa bisogna fare

L’Italia ha bisogno di aggredire alla radice i mali del paese che sono:

  • Spesa pubblica: il nostro è un problema di qualità più che di quantità, abbiamo bisogno di ridisegnare la macchina statale, rivedere le procedure, implementare nuove tecnologie, formare il personale della pubblica amministrazione.
  • Sistema giudiziario: è inutile dire che il sistema è al collasso. Il problema non è solo filosofico. Per le imprese è fondamentale poter difendere i propri diritti in tempi certi e brevi perché ciò consente di ridurre l’incertezza sui ritorni dei propri investimenti. Ciò è parte integrante della competitività. Per le imprese così come per i cittadini i tempi della giustizia si dovrebbero misurare in mesi e non in anni!
    Qui i campi di intervento sono gli stessi della PA, ma con difficoltà accentuate dello status della magistratura che la vede (giustamente) indipendente dal potere politico.
  • Infrastrutture: decenni di immobilismo hanno lasciato un deficit impressionante che, per esigenze sia di bilancio che organizzative, non può essere colmato di botto. Qui i governanti sono chiamati a dover decidere quali sono le priorità, dando la precedenza elle opere di maggior impatto per la collettività.

Per fare tutto ciò è necessario che i governi siano forti, legittimati democraticamente (oggi col porcellum non lo sono!!!), intrinsecamente solidi, liberi quindi dai ricatti delle minoranze.
Il primo passo per risolvere il rompicapo italiano è quindi necessariamente la riforma del sistema elettorale in prima battuta e di quello istituzionale in seconda.

Ancora una volta, però, il bene del paese verrà sacrificato in nome degli interessi particolari. Il centrodestra ha fretta di rimettere le mani sul potere perché a breve ci saranno 600 nomine politiche da effettuare (non gli pare vero, sono come un pugno di topolini di fronte a una distesa sterminata di forme di formaggio), senza dimenticare che c’è la possibilità di impedire la soluzione definitiva della questione Alitalia…

4 commenti:

nato ha detto...

Vedo che l'aria di Terni ha sviluppato il suo eloquio... :-))

Dal sostanzioso elenco di mali del Paese però manca il più grave e probabilmente quello che sta alla base del tutto: l'Istruzione.
Senza una popolazione realmente istruita come si può sperare di sopravvivere?
Se gli studenti italiani continuano a figurare agli ultimi posti per quanto riguarda l'uso della matematica come potranno mai quadrare i conti pubblici?
Lo stesso vale per qualsiasi altra materia e certo non è colpa solo degli studenti... ma si sa i professori sono impegnati in ben altre facccende (scenate con il Papa, scandali sessuali, semplice menefreghismo) e d'altra parte il mondo della scuola gira cosi in italia...

La domanda è come si può riformare un Paese se manca il materiale umano per farlo e non si è in grado di "produrlo"? che dobbiamo incentivare fortemente l'immigrazione affinchè altri si occupino del governo e gli italiani possano godersi in santa pace campionato e grande fratello?

nato ha detto...

Già che siamo in vena di scrivere ecco anche la mia proposta per la riforma elettorale (lavoro del prossimo parlamento... ovviamente ;-) )

1- proporzionale
2- sbarramento del 4% a livello nazionale (o rappresenti 2 milioni di persone o stai a casa)
3- niente premi di maggioranza ed ammenicoli vari che danno sedie a chi non ha voti
4- voto di PREFERENZA: devo poter scegliere io chi voglio in parlamento!

Facciamo il caso della camera, 626 posti a sedere. Si eliminano i partiti che non hanno raggiunto la soglia del 4% ed insieme i loro voti: votare un partitino equivale a non votare.
A questo punto si distribuisconi le sedie ai vari partiti: hai preso il 30% dei voti validi? ti spettano 187,8 sedie (poveraccio quello che si becca la seggiolina da 0,8) e su queste si accomodano i 188 candidati che hanno raccolto più voti.

Semplice no? Se poi si vogliono fare ribaltoni e quant'altro se hai i numeri e gli elettori ti hanno votato dove è il problema? non piace all'elettorato quello che hai fatto? non ti rivoteranno..

Diversamente se si vuole un governo graniticamente stabile allora che si elegga un superpremier (dittatore è politically scorrectissimo) e gli si diano pieni poteri per 24 mesi, scaduti i quali non possa più mettere piede in Italia... se non è stabile questo!

Visto che si parla al vento per oggi basta,

Bye Nato

Anonimo ha detto...

E dell'energia non vogliamo parlare?
io sono contro il nucleare, ma se si incentivasse l'energia pulita (da ignorante utopista quale sono) credo che
a) diminuirebbero i consumi di energia derivata dal petrolio
b) diminuirebbero le bollette
c) calerebbero i prezzi in generale
e l'inquinamento ecc ecc
Invece dobbiamo dipendere dai prezzi altalenanti del petrolio, che tra l'altro prima o poi si esaurirà...
Ditemi pure che sono ignorante e utopista, ma questo è un problema reale!

wolfm01 ha detto...

L'istruzione va meno male di quanto non ssembri. Nella società di oggi conta avere un pugno di cervelli eccellenti (a patto di riuscire a trattenerli) gli altri possono andare al traino. Dato che le menti brillanti ci sono ancora non la reputo un'emergenza.

Il comparto energetico fa parte delle infrastrutture.
Il nucleare ci servirà, ma quando saranno pronte le tecnologie di prossima generazione (grazie a Bersani ci saremo pronti). Le rinnovabili sono interessanti e andrebbero sviluppate, ma solo a patto di creare in prospettiva una forte industria nazionale nel settore. Se per installare un pannello fotoelettrico ora lo devo comprarlo dai tedeschi, meglio aspettare...