3 aprile 2010

Elezioni regionali

Le elezioni regionali 2010 ormai sono storia, ma è una settimana che sto cercando di capire cosa abbia portato a questo successo delle forze al governo.
Certo ripensando a un anno fa sembra un mezzo successo, ma negli ultimissimi mesi qualche speranza in più c’era sia perché ormai nessuno riesce più a negare che molti provvedimenti del governo Berlusconi siano frutto degli interessi diretti del premier stesso, sia perché la crisi economica morde da orami 2 anni e la politica del turacciolo di sughero varata dal duo Berlusconi/Tremonti sta mostrando la corda.

Molti accusano il PD di presentare un’offerta politica troppo debole, ma mi domando debole in relazione a cosa.

La proposta di Berlusconi e del PdL si incentra su tre slogan: “il governo del fare”, le “riforme” e “il partito dell’amore”.
Su ognuno di tali slogan bisognerebbe scrivere dei trattati per confutarli per sintesi mi limito a dire che il governo, esclusa l’emergenza terremoto, ha fatto molto poco soprattutto per fronteggiare la crisi economica; le riforme le promette da 15 anni e ancora non è andato oltre le dichiarazioni di intenti; e la trovata del “partito dell’amore” è da figli dei fiori, se se la fosse messa in bocca Bersani l’avrebbero accusato di essere un drogato.

La proposta leghista ormai la conosciamo e fa perno su un esasperato localismo e su un forte richiamo alle tradizioni del territorio. Si tratta di un messaggio chiaro semplice, che fa leva sugli istinti di una società impaurita e che non prova nemmeno a spiegare le cause di un’involuzione economica che si protrae da ormai un ventennio.

Il PD ha condotto la campagna elettorale cercando di percorrere la strada di una critica puntuale e solidamente argomentata sui temi della moralità e delle politiche economiche. Tutto sommato rispetto al resto dell’offerta sul mercato la proposta del PD mi è sembrata più solida di quanto proposto dagli altri eppure non ha fatto presa sull’elettorato.

Analizzando il tutto mi viene il sospetto che il problema non sia stata quindi un’offerta politica leggera, ma piuttosto di un veicolo comunicativo che lo sia stato a sufficienza!
Quale era lo slogan o gli slogan del PD? Non riesco a ricordarmeli io che sono stato uno spettatore attento figurarsi la massa degli indecisi.

La sinistra da anni ripete che un’idea politica non è un detersivo, e hanno ragione, purtroppo però oggi bisogna propagandarla come se lo fosse.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"si può fare" era lo slogan...
FLo

Unknown ha detto...

L'originale ha tutto un altro impatto e nella versione italiana è del tutto inadatto a vendere un detersivo.

Su due piedi mi verrebbe: Basta incubi, torniamo a sognare!

Da rafforzare poi con riferimenti al sogno ad ogni dichiarazzione pubblica.