18 aprile 2012

La trappola della democrazia

Le cronache di questi giorni ci portano all'attenzione il preoccupante
fenomeno della crescente piaga dei suicidi fra imprenditori e
lavoratori disperati.

Il fatto è drammatico in se, ma trovo sorprendente che così tante
persone agiscano con tanta violenza nei propri confronti, mentre
nessuno compia atti altrettanto violenti nei confronti della classe
dirigente e le istituzioni che hanno condotto direttamente o
indirettamente i cittadini in un tale stato di prostrazione morale ed
economica.

Il fatto che ciò si verifichi sia in Italia che in Grecia, mentre nel
nord africa la primavera araba ha avuto uno sviluppo radicalmente
diverso, mi induce a pensare che si tratti di una trappola propria
della democrazia.
Il cittadino cresciuto in una democrazia è indotto a pensare che lo
stato faccia per definizione il bene di tutti e quindi anche il suo.
Diventa così incapace di reagire ai torti subiti dai vertici politici,
tecnocratici ed economici del paese anche quando, dolosamente o
colpevolmente, queste col loro agire finiscono col negare diritti
civili e benessere economico.

In una dittatura riconosce il tiranno e combatterlo è molto semplice,
mentre in democrazia distinguere il carnefice è meno immediato,
dovremmo tuttavia essere ormai dotati di tutti gli strumenti culturali
necessari per farlo.
Mi domando se esista un punto di esasperazione tale da spezzare la
trappola o se finiremo per farci uccidere da un assassino che si
nasconde dietro la maschera della democrazia.

La trappola della democrazia

Le cronache di questi giorni ci portano all'attenzione il preoccupante
fenomeno della crescente piaga dei suicidi fra imprenditori e
lavoratori disperati.

Il fatto è drammatico in se, ma trovo sorprendente che così tante
persone agiscano con tanta violenza nei propri confronti, mentre
nessuno compia atti altrettanto violenti nei confronti della classe
dirigente e le istituzioni che hanno condotto direttamente o
indirettamente i cittadini in un tale stato di prostrazione morale ed
economica.

Il fatto che ciò si verifichi sia in Italia che in Grecia, mentre nel
nord africa la primavera araba ha avuto uno sviluppo radicalmente
diverso, mi induce a pensare che si tratti di una trappola propia
della democrazia.
Il cittadino cresciuto in una democrazia è indotto a pensare che lo
stato faccia per definizione il bene di tutti e quindi anche il suo.
Diventa così incapace di reagire ai torti subiti dai vertici politici,
tecnocratici ed economici del paese anche quando, dolosamente o
colpevolmente, queste col loro agire finiscono col negare diritti
civili e benessere economico.

In una dittatura riconosce il tiranno e combatterlo è molto semplice,
mentre in democrazia distinguere il carnefice è meno immediato,
dovremmo tuttavia essere ormai dotati di tutti gli strumenti culturali
necessari per farlo.
Mi domando se esista un punto di esasperazione tale da spezzare la
trappola o se finiremo per farci uccidere da un assassino che si
nasconde dietro la maschera della democrazia.

24 gennaio 2012

Riflessioni del pendolare

Per chi crede Dio, che ha creato la materia, è, ma non c'è.
L'uomo quando pensa è materia che origina qualcosa che è, ma non c'è.

Non credo che Dio esista, ma esistono sicuramente delle scintille di divino nella capacità umana di pensare ed astrarre. Facciamone buon uso.